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Sirena d’oro: voci, suoni e sapori della Sorrento antica



I misteri di un tempo, i piatti della cucina povera che si intrecciano con gli itinerari del gusto e del folclore tra momenti di vita quotidiana che rimandano ad altre epoche: come il banco del lotto, l’angolo del lustrascarpe, il chiosco degli agrumi e della neve grattata, il gioco delle tre carte e quelle movenze che servirono alle Sirene per ammaliare Ulisse.

Un percorso tra i profumi degli agrumeti e tra gli ulivi dalle foglie mosse dal vento del mare, tra i vicoli fin dento i portoni degli antichi edifici: palazzo Manfredi Fasulo, Correale, il Sedile Dominova, l’unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi luoghi dove i nobili si riunivano in consiglio per prendere le decisioni. Tutto questo per esaltare i valori del territorio, quelli autentici fatti di sapori genuini. Come i fagioli con le scarole del rione Priora, di pasta e zucchine tipiche del rione Casarlano, la caponata o, ancora, la pizzella al pomodoro fritta con l’olio di oliva. Magariassistendo ad una posteggia con un buon bicchiere di vino della penisola o assaporando un babà agli agrumi. Proprio i valori del territorio hanno rappresentato la cornice del premio Sirena d’oro, il concorso nazionale riservato agli oli extravergine di oliva a marchio dop e igp che quest’anno ha visto salire sul podio più alto la migliore produzione del Garda (Azienda agricola Riva del Garda), del Canino (Azienda Laura De Parri) e della Sardegna (Olivicoltori Valle del Cedrino).

Il Premio, giunto alla sua undicesima edizione, è promosso dall’amministrazione comunale sorrentina per incentivare e dare il giusto valore agli oli extravergini che rappresentano i
“veri tutori della salute e un fattore determinante per l’economia di diverse regioni italiane”,
 sostiene il sindaco, Giuseppe Cuomo.

“E’ una ricchezza che scaturisce da una secolare tradizione, da un ampio patrimonio di varietà e dalle molteplicità di ambienti in cui si articola il territorio italiano, dal forte legame della produzione con il paesaggio che trasferisce proprio negli oli i gusti ed i profumi locali”
precisa Giuseppe Stinga, assessore all’Agricoltura al comune di Sorrento che aggiunge:

“Ecco perché il Sirena d’oro si prefigge di sostenere le aziende nella consapevolezza che la loro attività debba coniugarsi con l’imprescindibile esigenza di generare profitto”. 
Oggi, pratiche agronomiche all’avanguardia e forte attaccamento ai territori di produzione rendono infatti il prodotto italiano competitivo e sempre più apprezzato sui mercati di tutto il mondo. Una biodiversità rappresentata da 170 cultivar che sono all’interno dei disciplinari di produzione che contraddistinguono i territori di produzione dalla penisola sorrentina agli oliveti secolari del Salento e dell’Abruzzo, come ricorda il presidente di FederDop Olio, Silvano Ferri. Considerato in passato il nemico numero uno del peso forma, da qualche anno l’olio extravergine di oliva sta nascendo a nuova vita per riprendersi la rivincita e diventare il tutore della nostra salute.

 Non è per caso che la Lega per la lotta ai tumori lo abbia scelto come prodotto simbolo per la prevenzione contro la malattia. E, adesso, qualche numero distintivo di questo prodotto. Secondo i dati elaborati da Unaprol e diffusi nel corso dell’edizione sorrentina, il 2012 è stata un’annata positiva per il settore degli oli a marchio venduti nella grande distribuzione, con una crescita dell’1%. Non è poco considerato il momento di crisi economica che ha ridotto notevolmente anche i consumi degli italiani. E’ invece cresciuto del 18,6% il fatturato alla produzione in appena due anni. Il prezzo più alto per un olio dop si è riscontrato in Trentino, dove mediamente nel 2012 è stato venduto a poco più di 12 euro il litro, seguono Lombardia e Veneto rispettivamente con 10,98 e 10,85 euro.
Eduardo Cagnazzi

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