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La fine di un sogno impossibile?


Una giornata primaverile nel porto di Napoli. Ho organizzato per gli alunni di una scuola media napoletana una visita guidata del porto. Siamo a bordo di uno shuttle messo a disposizione dall'Autorità Portuale ed un giovane ufficiale della Capitaneria di Porto ha iniziato ad illustrare ai ragazzini l'importanza economica ed occupazionale del porto per la città, le principali attività portuali e le ragioni per le quali il porto ha avuto un forte e costante sviluppo negli ultimi quattro anni.(….)

Siamo ora nell'area della cantieristica e l'ufficiale illustra le caratteristiche del nuovo bacino la cui insperata realizzazione è avvenuta grazie alla determinazione degli operatori del settore i quali, abbandonando le vecchie logiche della contrapposizione e dei piccoli interessi di bottega, hanno vinto la loro battaglia costituendosi in un unico consorzio. Si prosegue verso l'area contenitori e poi verso la nuova Darsena di Levante.

Il nostro cicerone spiega ai ragazzini come sono state eseguite le operazioni di dragaggio, fornisce i dati dei fondali necessari per l'ormeggio dell'ultima generazione di navi portacontenitori. Il progetto, complesso ed oneroso, è stato realizzato, dopo essere rimasto irrisolto per più di un decennio, con la condivisione delle istituzioni e degli operatori portuali. Il passaggio dal contesto normativo alla gestione operativa è stato il frutto di un confronto - anche aspro ma sempre mirato alla ricerca di soluzioni unitarie e rispettose dell'ambiente - tra l'Autorità Portuale ed il Ministero dell'Ambiente.

Ancora una volta, il compattamento del variegato mondo imprenditoriale ha consentito la realizzazione di ciò che pochi anni prima sembrava impossibile.(….) Mi chiedono di svelare l'autore di questo miracolo. Certamente, è stato determinante il clima di partecipazione e condivisione diffusosi nel porto con la designazione di Umberto Masucci alla Presidenza dell'Autorità Portuale.

Ma ciò non sarebbe stato sufficiente per un miracolo: il supporto convinto e dichiarato dell'imprenditoria napoletana e l'adesione unitaria delle istituzioni hanno costretto Umberto Masucci a sacrificare per alcuni anni i suoi legittimi interessi personali, familiari e professionali, accettando una rischiosa scommessa sulla rinascita del porto e della città.(….) I ragazzini sono stanchi ma felici di aver conosciuto una realtà portuale, prima sconosciuta, che con il suo sviluppo garantisce un futuro alla città ed alla loro generazione.(….) Mi sveglio e vivo la delusione di un sogno impossibile. Ma è davvero la fine di un sogno?(….)
 Bruno Castaldo
 (leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Aprile 2014)

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