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Crollo cavalcavia: l’autotrasporto non sia il capro espiatorio


30 ottobre 2016 - Cinzia Franchini, CNA Fita: “A causa di inerti burocrati e per un assurdo "scarica barile" tra chi avrebbe avuto le competenze per decidere, ancora feriti e un morto. Inconcepibile! Si individuino rapidamente le vere responsabilità”. Alla luce di quando accaduto con il crollo del cavalcavia sulla strada provinciale 49 di Annone, Milano-Lecco, è utile ribadire - si legge in una nota stampa diffusa da CNA Fita - come il monitoraggio e la efficiente manutenzione delle infrastrutture viarie sia fondamentale per la sicurezza stradale. Questo oltre ai legittimi quanto scontati richiami, per l’autotrasporto, al rispetto delle normative vigenti circa la portata utile di carico consentita. Certo sarà necessario capire se l’autocarro precipitato dal viadotto fosse realmente in sovraccarico, come qualcuno si è affrettato a scrivere; ciò che più è rilevante però è accertare il perché, malgrado i sopralluoghi di tecnici incaricati avessero evidenziato gravi criticità nella tenuta della struttura, quel cavalcavia non sia stato immediatamente chiuso e la viabilità interrotta. E’ lì che vanno ricercate le responsabilità prima ancora che inseguire, magari nell’autotrasporto, utili capri espiatori. Volendo poi entrare nello specifico di alcuni trasporti eccezionali, come i coils (prodotti siderurgici) dove le portate possono incidere in maniera determinante e veloce sull’usura delle strade e di intere infrastrutture, sarebbe importante, differentemente da quanto avviene quotidianamente, sventare pericolose eccedenze fuori norma nei carichi attraverso stringenti controlli ed organizzare una via intermodale ferroviaria per questa specifica tipologia di merce.

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