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Costituita AssArmatori, la nuova “casa” degli armatori


16 gennaio 2018 - È nata ufficialmente AssArmatori, l’atto costitutivo di AssArmatori è stato firmato ieri a Roma. Fanno parte sin da subito della nuova rappresentanza i gruppi armatoriali Ignazio Messina & C, Grandi Navi Veloci, Italia Marittima, Finaval (gruppo Fagioli), oltre a Fedarlinea, l’associazione che riunisce le più importanti compagnie attive nel settore del cabotaggio e dei collegamenti con le isole, fra cui Moby lines, Tirrenia, Snav, Delcomar, Maddalena lines, Toremar, e Caremar.

In coerenza con l’obiettivo di rappresentare non solo le compagnie nazionali, AssArmatori si apre da subito alla partecipazione di gruppi internazionali con forti interessi in Italia e un ruolo importante nel mercato del lavoro marittimo italiano: primo fra tutti il gruppo MSC di Ginevra sia nella sua componente cargo che attraverso MSC Cruises. Il Consiglio di AssArmatori, che conta già sull’adesione di altre compagnie, e che complessivamente rappresenta gruppi che operano oltre 600 navi per un’occupazione diretta di circa 70.000 addetti, ha provveduto a indicare Stefano Messina come presidente che resterà in carica per i prossimi quattro anni.
“AssArmatori – ha affermato Stefano Messina – nasce già forte di numerosi anni di storia marinara alle spalle, esprimendo esperienza in tutti i comparti strategici per la connettività e lo sviluppo economico del Paese Italia: autostrade del mare, crociere, trasporto passeggeri, la quasi totalità del trasporto pubblico locale verso le isole minori, trasporto di lungo raggio, rotabili e container; AssArmatori sarà quindi interlocutore di riferimento per le istituzioni sia italiane che europee per lo sviluppo responsabile dell’economia del mare, con le sue importanti ricadute in termini di occupazione, infrastrutture, sviluppo dei territori e turismo”.
 “Troppo spesso il nostro settore – ha proseguito il neo-presidente di AssArmatori – ha subito decisioni e scelte per certi aspetti imposte da altri interessi economici, che hanno guardato al mare come a uno strumento e non a un “asset” di valore fondamentale per la politica di un grande Paese industriale e turistico. È ora di cambiare la rotta, restando aperti al dialogo con tutti, ma affermando credibilità e ruolo: e ciò transita attraverso la consapevolezza piena della principale caratteristica dell’armamento, che è la sua internazionalizzazione”.

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